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Il Professor Alessandro Laurinsich - Gazzetta di Parma, 2014.
Ero
diventato
“allievo
interno”della
Clinica
Pediatrica
da
alcune
settimane
quando
mi
dissero
di
presentarmi
al
Direttore
,
il
professor
Alessandro
Laurinsich.
Io
ero
io
ero
uno
studentello
del
quarto
anno
di
medicina
e
lui
,
esule
Istriano
dal
cognome
slavo
ma
italianissimo
di
stirpe
e
di
sentimento,
godeva
fama
di
grande
scienziato
ma
con
un
carattere
tutt’altro
che
facile.
Alzò
gli
occhi
dalla
scrivania
e
senza
alcun
preambolo
mi
domandò
:’’
tu
che
cosa
vuoi
fare?”.
Cercai
di
apparire
un
uomo
deciso:
“
Vorrei
lavorare
al
centro
di
medicina
nucleare
che
lei
sta
costruendo”.
Mi
soppesò
per
un
attimo
senza
parlare
ma
certo
i
miei
“capi”
gli
avevano
riferito
che
negli
ultimi
tre
anni
avevo
lavorato
nell’
Istituto
di
Chimica
Biologica
misurando
la
”riserva
alcalina”
di
animali
e
di
pazienti
con
apparecchi
complicati.“
E’
un
campo
difficile,
dovrai
studiare
molto
e
dovrai’essere
molto
attento”
disse
dopo
un
po’
con
fare
pensoso
ma
era
chiaro
per
me
che
egli
mi
apriva
le
porte
del
suo
Istituto
e
che
mi
parlava
quasi
fossi
un
suo
abituale
collaboratore.
Ebbi
di
un
rigurgito
di
entusiasmo
e
sentii
che
da
quel
momento
avrei
seguito
quell’uomo
a
qualunque
costo.
Le
conseguenze
di
quel
mio
primo
incontro
hanno
segnato
tutta
la
mia
vita.
La
“fisica
nucleare
applicata
alla
medicina”
(medicina
nucleare)
fu
una
delle
tante
iniziative
precorritrici
e
lungimiranti
che
caratterizzarono
la
vita
scientifica
del
nostro
Maestro:
si
trattava
di
una
branca
nuova
pressoché
sconosciuta
ai
medici
e
forse
anche
ai
fisici
ma
lui
intuì
che
era
un
mezzo
diagnostico
di
straordinaria
efficacia,
sicuro
e
semplice
da
attuare
da
parte
di
medici
preparati
e
non
ebbe
esitazioni
nell’inviare
a
Mosca
a
un
suo
assai
promettente
assistente
(il
prof
Giovannelli
che
avrebbe
molti
anni
dopo
occupato
la
sua
Cattedra)
per
apprendere
le
tecniche
di
uso
degli
isotopi
radioattivi
ed
il
modo
di
renderli
compatibili
con
le
applicazioni
pediatriche:
in
pochi
anni
fù
messa
a
punto
una
tecnologia
di
avanguardia
per
studiare,
per
mezzo
di
isotopi
radioattivi,
la
funzione
di
tutti
gli
organi
del
corpo
(fegato,
polmone,
rene,
cuore,
tiroide,..)
sia
nei
bambini
ed
ovviamente
anche
negli
adulti.
Ci
trovammo
così
ad
esercitare
la
medicina
nucleare
per
tutto
il
grande
ospedale
di
Parma,
cosa
certo
insolita
per
dei
pediatri.
Ho
insegnato
la
medicina
nucleare
a
Parma,
prima
di
trasferirmi
a
Roma
dove
ho
creato
un
centro
di
medicina
nucleare
pediatrico
diretto
da
un
mio
caro
amico
ed
allievo
(il
prof
Gianni
Ciofetta,
oggi
scomparso)
che
è
poi
divenuto
primario
di
tale
materia
presso
l’
ospedale
Bambino
Gesù.
I
primi
anni
’60
furono
anni
di
grande
sviluppo
nei
quali
la
medicina
si
avvalse
di
grandi
progressi
tecnologici
e
scientifici.
Laurinsich
fu
allo
stesso
tempo
scienziato
idealista
ed
imprenditore
pragmatico
ed
illuminato:
potendo
contare
su
un
gruppo
di
collaboratori
capaci
ed
entusiasti
egli
riuscì
a
dare
vita
ad
una
Pediatria
scientifica
,
di
avanguardia
e
con
una
predilezione
per
la
gli
aspetti
di
sociali
delle
malattie
dei
bambini.
In
quegli
anni
la
nostra
Clinica
aveva
eccellenze
(persone
ed
apparecchiature)
in
tutti
i
campi
della
Pediatria
Clinica
e
praticava
una
attenta
medicina
del
territorio,
(medicina
scolastica,
consultori
pediatrici
dell’OMNI
,
terapia
termale
per
bambini
bisognosi,
centri
trasfusionali,..).
Ricostruì
dalle
fondamenta
l’intera
clinica
pediatrica
dotandola
di
bellissimi
laboratori
e
di
una
grande
e
fornita
biblioteca
della
quale
andava
fierissimo
e
dove
figurava
una
scritta
firmata
“L”
:
lui,
ai
numerosi
visitatori,
diceva:
“chissà,
forse
qualcuno
potrebbe
pensare
che
l’autore
della
scritta
sia
io
e
non
Leonardo”.
Era
un
uomo
colto
e
raffinato
piacevole
nella
conversazione
e
ironico
ma
non
erano
sempre
rose
e
fiori:
aveva
un
carattere
forte
che
a
volte
esplodeva
in
manifestazioni
assai
temute
da
noi
poveri
assistenti.
Ricordo
di
aver
visto
più
volte.
durante
la
”visita”
in
corsia,
svolazzare
in
aria
cartelle
cliniche
redatte
in
modo
poco
accurato.
Ricordo
anche
di
aver
visto
minacciare
una
cerimonia
di
“mungitura
pubblica”
ad
una
signora
bene
che
sosteneva
di
non
avere
latte
per
nutrire
suo
figlio.
Teoricamente
la
domenica
avrebbe
dovuto
essere
il
giorno
di
riposo,
anche
per
me
che
facevo
la
guardia
a
settimane
alterne
per
sette
giorni
di
fila.
Ma
Laurinsich
aveva
la
candida
abitudine
di
venire
in
visita
verso
le
10.30
del
mattino
cosicché
la
vacanza
di
tutti
i
incominciava
verso
il
mezzogiorno.
Non
raramente
dall’incrocio
dei
corridoi
si
sentiva
sua
voce
acuta
ed
altisonante
che
chiamava
“Carletto
!”
ed
il
suo
braccio
destro,
il
mitico
professor
Carlo
Imperato,
che
lo
venerava
e
che
è
poi
stato
mio
Maestro
a
Roma,
si
precipitava
ad
ascoltare
gli
appunti
e
le
lamentele
su
quello
che
secondo
lui
non
funzionava.
Ma
la
clinica
era
un
gioiello
di
funzionamento,
dominata
dall’esempio
di
quei
due
uomini
eccezionali,
improntata
all’entusiasmo alla dedizione e ad altissima moralità.
Laurinsich
era
un
“intellettuale”
della
scienza
e
della
medicina:
la
prima
volta
che
ascoltai
la
sua
lezione
di
apertura
del
corso
per
gli
studenti,
dedicata
alla
mortalità
infantile
che
allora
era
in
Italia
la
più
alta
d’Europa,
concluse
con
questa
parole
“
la
mortalità
degli
esseri
umani
,
che
è
molto
alta
sia
vicino
alla
nascita
che
nelle
tarde
età
della
vita,
descrive
una
curva
a
forma
di
U
che
viene
dall’infinito
e
torna verso l’infinito”.
Il
prof.
Roberto
Ronchetti
è
entrato
come
allievo
interno
nella
Clinica
Pediatrica
di
Parma
nel
1957,
ebbe
La
“docenza
”
nel
1966,
fu
“Professore
Incaricato
“
per
la
“
Fisica
nucleare
applicata
alla
Medicina”
e
per
la
“Clinica
Pediatrica”
prima
di
trasferirsi
a
Roma
nel
1975.
“
Professore
Ordinario”
di
Clinica
Pediatrica
alla
“Sapienza”
di
Roma
dal
!980.
Si
è
prevalentemente
occupato
di
malattie
respiratorie
ed
allergiche
(è’
stato
per
due
volte
presidente
della
Società
Italiana
di
Malattie
Respiratorie
Infantili
e
della
Società
Europea
di
Pneumologia
Pediatrica
dal
1988
al
1990)
e
di
epidemiologia. E’ attualmente presidente della Sezione Laziale dei Medici per l’Ambiente.
Professor Roberto Ronchetti